É questa la domanda che ha portato a profetizzare quelle che sono state definite le tre leggi della ROBOTICA. Quest' ultime non trovano, per il momento, alcuna applicazione perché i robot non sono ancora dotati di coscienza.
Isaac Asimov, il teorizzatore delle tre leggi, di fatti fu mosso dal presupposto che sarebbero esistiti robot positronici in grado di seguire comandi dagli esseri umani e con la sicurezza che queste macchine non potessero nuocere ad alcun essere umano.
Asimov, romanziere del Novecento, inizió a scrivere di robot nel 1939, fu il primo ad utilizzare la parola robotica in un racconto sulla rivista americana Astounding Science Fiction.
I robot da prima teorizzazione sono, quindi, automi, meccanismi costruiti per simulare un essere umano o un animale.
Le leggi della ROBOETICA, L' ETICA DELLA ROBOTICA, vogliono esplicitare che i robot non sono una minaccia:
Prima Legge: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva danno”.
Seconda legge: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”.
Terza legge: “Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”.
Le leggi suddette anticipano non solo il fatto che i robot umanoidi avranno coscienza ma sono anche preludio a dubbi sorti nell' interazione essere umano-macchina in tema di DEEP LEARNING e collaborazione lavorativa essere umano-macchina.
Segue in video l'esplicitazione delle tre leggi, tratto dal film l' uomo bicentenario:
Le leggi suddette anticipano non solo il fatto che i robot umanoidi avranno coscienza ma sono anche preludio a dubbi sorti nell' interazione essere umano-macchina in tema di DEEP LEARNING e collaborazione lavorativa essere umano-macchina.
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Segue in video l'esplicitazione delle tre leggi, tratto dal film l' uomo bicentenario:
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